lunedì 5 gennaio 2015

Scuole di specializzazione in Medicina, perché non crediamo alle 12.000 borse

Il 2014 si è chiuso con migliaia di iscrizioni in sovrannumero nei corsi di laurea di Medicina e Odontoiatria (oltre 5.000 studenti ammessi dai Tar e dal Consiglio di Stato), dovute in buona parte alla manomissione di un plico destinato all’Università di Bari, nonché ad altre irregolarità di cui hanno beneficiato anche tanti studenti, oggi ammessi a frequentare i due corsi di laurea.

Il 2015 sarà l’anno delle iscrizioni in sovrannumero alle scuole di specializzazione in medicina? Sul punto abbiamo qualche riserva. Il fatto che vi siano state alcune irregolarità in un concorso di specializzazione non significa automaticamente che il ricorrente avrà diritto a chiedere l’iscrizione in sovrannumero, come avvenuto a Medicina nei mesi passati. Il nostro scetticismo deriva da una riflessione sulla "prova di resistenza".

Il Consiglio di Stato, in materia di ammissione ai corsi di laurea a “numero chiuso”, nel 2012 ha ammesso una studentessa con questa motivazione: “in base alla prospettazione difensiva della ricorrente si desume che per effetto dello scorrimento della graduatoria sono stati ammessi al corso soggetti (...) che hanno ottenuto un solo punto in più rispetto alla odierna appellante (che ha ottenuto punti 40,75), ai fini della cosiddetta prova della resistenza è sufficiente dimostrare la illegittima formulazione di un solo quiz (la cui risposta esatta dava diritto ad un punto). Non par dubbio, infatti, che la sua corretta formulazione avrebbe potuto suggellare fin da subito un esito della prova favorevole per l’appellante, che così avrebbe potuto conseguire pleno iure l’ammissione al corso di laurea” (Consiglio di Stato, VI, sentenza 26 ottobre 2012, n. 5485, punto n. 3).

Ebbene, superare la “prova di resistenza” significa dimostrare ai Giudici che i motivi di ricorso sono tali da fare ottenere il “bene della vita” a cui si aspira (superamento del concorso, aggiudicazione della gara d’appalto, ottenimento della concessione edilizia…). Il ricorrente al Tar deve superare questa prova.

Questo avviene di norma per candidati rimasti fuori per pochissimi punti che riescono a dimostrare che alcune loro risposte – considerate errate dai compilatori del test – in realtà erano esatte e che l’attribuzione del punteggio in più li avrebbe collocati in graduatoria.

Gli eventi perturbativi verificatisi durante i test per l’ammissione alle specializzazioni a nostro avviso sono stati gravi ma non sono tali da comportare di per sé l’iscrizione in sovrannumero, a meno che non si dimostri che senza di essi il ricorrente sarebbe stato probabilmente ammesso, dimostrazione forse possibile per i candidati classificati vicinissimi all’ultimo degli ammessi, ma assai difficile per tutti gli altri.

Dal nostro punto di vista, il fatto che alcuni candidati erano nelle condizioni di usare il cellulare o che alcuni Pc teoricamente potevano essere utilizzati per navigare a internet, non è abbastanza per l’accoglimento di un ricorso al Tar in cui si chiede l'iscrizione in sovrannumero (e tutti i ricorsi presentati - c'è da scommetterci - chiederanno in via principale l'iscrizione in sovrannumero). 

La mera esistenza di vizi inoltre non comporta di per sé il diritto a chiedere la ripetizione dell’intero concorso, dando luogo più facilmente al diritto al risarcimento del danno da “perdita di chance”, che in alcuni casi potrebbe essere modesto, perché il concorso per l’ammissione alla scuole di specializzazione è annuale, per cui il candidato ingiustamente bocciato nel 2014 ha teoricamente la possibilità di “rifarsi” nel 2015.

Eppure quest’anno molto medici con punteggi di 10-15-20 punti sotto l’ultimo degli ammessi  hanno presentato ricorsi individuali o collettivi, pagando a volte cifre notevoli. E’ bene essere chiari: riteniamo che difficilmente i loro ricorsi saranno accolti. In ogni caso, con punteggi tanto bassi appare utopistico sperare nell’iscrizione in sovrannumero.

Qualcuno potrebbe obiettare che il Tar Lazio nel 2014 ha ammesso migliaia di studenti a Medicina per violazioni di regole procedurali, con punteggi a volte molto bassi. Anche i ricorrenti che si erano rivolti a “Costruiamo il domani” sono stati ammessi dal Tar Lazio e ora frequentano Medicina in Italia, ma ribadiamo che le due situazioni sono diverse.

La situazione dei corsi di laurea a “numero chiuso” a nostro avviso non è paragonabile a quella delle specializzazioni, perché lo studente di Medicina non viene pagato dallo Stato per studiare, mentre lo specializzando sì (almeno 25.000,00 lordi l’anno).

Ecco perché il Giudice amministrativo, che in passato è stato molto “largo” nel concedere le iscrizioni in sovrannumero ai corsi di laurea a “numero chiuso”. Insomma, nel bilanciamento dei contrapposti interessi e nel “dubbio” che la procedura per l'ammissione al primo anno di Medicina si fosse svolta in maniera irregolare, il Giudice ha preferito disporre le iscrizioni in sovrannumero degli studenti, misura che è avvenuta “a costo zero” per lo Stato. Inoltre è anche vero che spesso i ricorrenti hanno sostenuto con interessanti argomentazioni che l’Università aveva le risorse per accogliere un maggior numero di studenti al primo anno.

Le iscrizioni in sovrannumero per le specializzazioni, a differenza che per quelle di medicina, sarebbero invece molto problematiche perché non avvererebbero a “costo zero”. Esse interferirebbero con il potere della P.A. di decidere come spendere le risorse dei cittadini, costringendo a destinare nuove risorse per la formazione di specializzandi. Ma il SSN è in grado di formare adeguatamente questi specializzandi? E' in grado, dopo la specializzazione, di assorbirli?

Che interesse ha lo Stato a formare specialisti in sovrannumero costretti a fuggire all’estero dopo la specializzazione per trovare lavoro? Eppure, se tutti i 12.000 aspiranti specializzandi venissero ammessi alle scuole  (come utopisticamente chiesto dal comitato “12.000borse”), si verificherebbe esattamente questa situazione.

CONCLUSIONI

Alcuni candidati giunti vicinissimi all’ammissione, con una rettifica del proprio punteggio operata dal Tar per errata valutazione dei titoli di studio o errata formulazione dei quesiti, potrebbero ottenere l’iscrizione (in sovrannumero o in sostituzione degli ultimi ammessi) o comunque un cospicuo risarcimento del danno da “perdita di chance”. 

Chi invece ha ottenuto un punteggio molto basso (a nostro avviso) difficilmente trarrà giovamento dal ricorso, indipendentemente dalla gravità delle violazioni verificatesi quest’anno e dalle argomentazioni giuridiche utilizzate, in quanto l’ottenimento di un punteggio troppo basso potrebbe determinare il rigetto del ricorso per mancato superamento della “prova di resistenza”. 

L’attesa sarà comunque breve perché tra poche settimane (i primi ricorsi saranno discussi nella camera di consiglio del 15 gennaio 2015 e soprattutto in quella del 29 gennaio 2015) i giudici si pronunceranno sulle ordinanze cautelari chieste dai ricorrenti e si potrà iniziare ad avere le idee più chiare sulla situazione. Difficile che prima di allora ci siano novità (anche se non è da escludere che il Tar possa accogliere qualche misura cautelare urgente, strumento che il giudice concede prima che il ricorso sia discusso in camera di consiglio).


In questa fase consigliamo ai medici che hanno presentato ricorso (nessuno di loro è seguito da "Costruiamo il domani") di aspettare pazientemente. Evitate di contattare i vostri avvocati con richieste di aggiornamento che sottraggano tempo prezioso alla vostra difesa (se l'avvocato è impegnato a rispondere alle richieste dei suoi assistiti - specie nei casi di ricorso collettivo - ha meno tempo per scrivere gli atti processuali!). Saranno i vostri avvocati ad informarvi appena ci saranno novità significative.

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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.